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L'ULCERA DEL BURULI

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L' Ulcera del Buruli

La patologia si manifesta clinicamente come un nodulo sulla cute che si sviluppa progressivamente diventando placca e poi ulcera, fino a raggiungere le ossa. La cura, affidata finora alla terapia farmacologica, ha dato risultati poco incoraggianti. I pazienti trascuravano la malattia nelle sue fasi iniziali, benché le sole ancora adatte a un trattamento di questo tipo. Il motivo: l’elevato costo della terapia, anche se la crescente sensibilizzazione internazionale sul triste fenomeno ha spinto Governi ed organizzazioni umanitarie, al finanziamento quasi totale di una cura che costerebbe 700 € e che chiederebbe al malato una partecipazione di soli 25 € , una cifra comunque elevata per chi lotta per la sopravvivenza quotidiana, prima della stessa malattia.
Il trascurare la malattia con il suo aggravarsi riserva dunque all’intervento chirurgico la scelta finale ed efficace, ma purtroppo in un’alta percentuale è gravato da comprensibili esiti invalidanti. Quando la chirurgia interessa soprattutto gli arti, inoltre, occorrerebbe un periodo post-operatorio più o meno lungo per la rieducazione e riabilitazione delle parti lesionate, ma i pazienti non ne capiscono ancora l’importanza e preferiscono tornare a casa al più presto con una chirurgia riuscita, ma che trascinerà con sé fattori di handicap.

Una camera di decompressione, alla quale si aggiungerà una seconda, è stata installata ad Allada in Benin, presso il Centro per la diagnosi e il trattamento dell’Ulcera del Buruli. Si tratta del primo ed unico dispositivo di questo genere per tutta l’Africa.
La Marina Militare italiana, specialista della terapia iperbarica usata soprattutto per i sommozzatori a rischio di embolia, si è anche impegnata all’accoglienza di medici beninesi alla base del Comsubin di La Spezia, nonché all’invio di suoi ufficiali medici in Africa per rafforzare questa collaborazione.
La presenza radicata sul territorio, ad Allada, della missione dei Francescani dell’Immacolata, ha creato le condizioni ottimali per il successo di questo progetto. La missione ha offerto al team scientifico, oltre che il supporto logistico, la possibilità di pubblicizzare l’iniziativa con numerose trasmissioni radiofoniche a carattere sanitario, attraverso il network cattolico Radio Immaculée Conception, da sempre impegnato nell’evangelizzazione, nell’educazione dei giovani e nella prevenzione sanitaria. La cura e la prevenzione dall’Ulcera del Buruli, come di molte altre malattie, è infatti anche un problema culturale.
Per la prima volta in Benin, inoltre, è stato installato ad Allada un dispositivo di telemedicina che permetterà d’inviare attraverso la rete web i vetrini dei tessuti dei pazienti ai centri istopatologici d’Italia e d’Europa per lo studio di una terapia personalizzata e quindi più efficace. Anche in questo ambito è in fase di avanzato studio l’eventualità di ricorre a un sistema di trasferimento dati via satellite usufruendo dell’avanzato sistema satellitare dell’emittente religiosa dei frati Francescani dell'Immacolata.

Leggi l''articolo completo di P. Alfonso M. Bruno (Missionario francescano dell'Immacolata in Benin)

 
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